Project Description
Giorgia Coniglio
LE OPERE
CONCEPT
CENNO CRITICO di ALISIA VIOLA
(parte del testo critico)
L'artista fruisce di svariate tecniche singolari, rendendo estremamente contemporaneo il cosiddetto mondo della pitto - scultura; attraverso un attento studio delle forme, le quali emanano una forte tensione psicologica e fisica, conferisce un'identità ben precisa a tutte le realtà che la circondano.
La sua è una comunicazione senza limiti, spaziando dall'uso di sostanze liquide, fino alla fruizione delle più svariate sostanze materiche.
Le sue opere sono caratterizzate da un personale codice stilistico - espressivo. Trasmettono in modo istintivo, diretto ed efficace il messaggio artistico ed emozionale, che nasce da una ferrea idea creativa, collocata tra la fusione di un concetto di carattere sociale e una forte impressione figurativa.
Le sue creazioni si trovano al confine tra realtà e fantasia; il suo è un palcoscenico percorso da sequenze di carattere sociale che coinvolgono l'intera umanità, creando una scena unica e omogenea. Costruisce nuovi scenari in cui abitare, situazioni che vorrebbe cambiare, realtà sconosciute da scoprire.
Dai suoi micro universi emergono pensieri, riflessioni e desideri in continuo mutamento.
CRITICA A CURA DI GIADA EVA ELISA TARANTINO
Mostra collettiva "ATTIMI"
Arcadia Art Gallery
L’Attimo è linfa per discernere la Verità, nelle metonimie scultoree e visive di Giorgia Coniglio; trascende se stesso, per decibel morali penetranti, frammenti fotografici attoniti d’esistenza e medium espressivi ad alta partecipazione percettiva, cognitiva e sociale, nello stigmatizzare i segni della Coscienza. Forme assolute, pur ibride, fra stilemi e volumi, stampa primitiva e pittura, fotografia e concettualismo, nella soluzione inedita, “calda” – secondo il criterio
di classificazione di McLuhan (1967) -, che l’Artefice plasma come demiurgo, e come cuore in attesa. Un silenzio maestoso entro le Opere sancisce le sorti di strade, anime e figure, assegnandole all’aria, alla luce, allo specchio od al baratro, dentro ad un lembo intimo di mondo; Passatori, nell’accezione propria di Agamben (ne “Il Giorno del Giudizio”, per Social Network pervasiva Stele d’Artefice a due registri), i lembi d’Opere traslano ognuno una parola celeste, cosicché non possa mancare, in animo, una rivelazione, nella composizione un coro di moniti, ed una luce al mondo, per domandare la quale non si debba più piangere.