Project Description

Anna Catalano

LE OPERE

Liberamente

Anna Catalano
Anna Catalano
BIOGRAFIA
Anna Catalano, restauratrice e decoratrice, allieva di Piero Guccione, gestisce il proprio “Atelier Dipinti e Dipinti” in
Lombardia, a Mariano Comense. La disciplina del restauro la conduce alla realizzazione di quadri d’aprè facendo
parte del gruppo dei “Falsari e Copisti Legalidel Musèe Imaginaire” di D. E. Dondè. Il dipinto d’apeè De Lempicka
Portait de Ira P., ha partecipato al prestigioso Premio Tamara De Lampicka, 2019 Art Gallery. Le opere dedicate al
mare, ai velieri, al movimento delle vele creato dal vento, o al paesaggio del Lago di Como, fanno parte dei soggetti
preferiti della Catalano, che in alcuni quadri preferice rappresentare l’acqua del mare come un elemento astratto
che imprigiona pensieri e immaginidell’anima. Da qui il messaggio verso l’arte astratta, materica, all’informale
espresso con dripping gestuale, che ha dato il via a opere polimateriche come “Emozioni, Senza Titolo, Polvere di
Stelle”. Nel 2018 l’incontro con l’arte fotografica di Andreas Mec Muller e le sue modelle, la sprona a intraprendere
per la preima volta la rappresentazione del nudo femminile. Nasce “Monna Lilli” un dipinto su tela, che interpreta
con i colori ad olio l’opera fotografica “Monna Sara”. Questo dipinto è il primo studio del nudo femminile in chiave
classica, ma dai particolari attuali riscontrabili nelle ragazze del XXI secolo. “LiberaMente” insieme agli ultimi dipinti
dedicati al mare: “Tramonto e Alba”, rappresenta oltre al paesaggio, la voglia di trasmettere l’emozione che suscita
l’immensità del mare nel susseguirsi del giorno e delle stagioni.

CONCEPT

PRESENTAZIONE CRITICA A CURA DI GIADA EVA ELISA TARANTINO
Mostra collettiva "ATTIMI"
Arcadia Art Gallery

Il kairos dipinto, che nella risacca tonale si porti via con sé all’orizzonte della tela fin il cuore, prelude ad una palingenesi nell’Arte: Anna Catalano in LiberaMente dipinge il Tempo come lirico presentimento di simultanee Forme per intendere il cronos della Vita, nell’interazione mirabile fra l’afflato tonale dell’Opera e gli stati d’animo dell’esistenza; una componente narrativa che si avvale eminentemente delle sfumature di colore per espletarsi, dell’immagine trascesa, del nesso simbologico, ma non di una diegesi palese per effigi che suggerisca lo scorrere umano nelle stagioni. Nientemeno che un cronotopo (Bachtin, 1979, su Einstein), in prodigiosa interazione, ella instaura fra l’Attimo nel mondo e quello dipinto; ed una quiescenza profonda li tiene annidati entro il Dipinto a giacere nell’ossimoro, là oltremare, dove esistere non basta se non sai cos’è morire.